I FINALISTI DEL PREMIO COMEL 2023

Kristine Kvitka

Riga, LETTONIA
www.instagram.com/kristine_kvitka_artist
I FINALISTI DEL PREMIO COMEL 2023

Kristine Kvitka

Riga, LETTONIA
www.instagram.com/kristine_kvitka_artist
 
CENNI BIOGRAFICI

Nata a Riga nel 1983, attualmente vive e lavora tra Tricase (LE) e la Lettonia. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Lettonia (2003 – 2010), con indirizzo Pittura e nel 2006 e 2008 all’Accademia di Belle Arti di Lecce (2006 e 2008). Ha partecipato a mostre personali, tra cui due in Italia, e a svariati eventi artistici (mostre collettive, plein air internazionali, festival di arte, simposi) in diversi paesi europei. Le sue opere d’arte si trovano in molte collezione private in diversi paesi come Lettonia, Italia, Austria, Australia, Islanda, Germania , Regno Unito, ecc.

OPERA IN CONCORSO

LAGO NEL BOSCO. MEMORIE DELL’INFANZIA, 2023

PITTURA – Fogli di alluminio, colori ad olio, telai
cm 100 x 100 x 4

In quest’opera di Kristine Kvitka l’allumino diventa la luminosa traccia che segna il limite tra immaginazione e realtà, tra natura e astrazione. I contorni riflettenti aprono a un senso di ulteriorità, in cui la suggestione naturalista di un bosco e di un lago che si intravede sullo sfondo diventano traccia di una visione intimistica e spirituale di una coinvolgente presa psicologica e visiva.

RICONOSCIMENTI

MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA 2023

con la seguente motivazione:

“Per il suo suggestivo registro naturalistico, interpretato con una tecnica affinata tra astrazione e realtà, con una sensibilità dolcemente visionaria e una implicita e delicata tensione spirituale.”

Intervista di Ilaria Ferri

Ho dipinto un paesaggio che mi ha circondato per tutta la mia vita in Lettonia. Dipingendo foreste, posso ritornare alle mie origini, ricordare di nuovo il tempo felice e spensierato dell’infanzia.

“Lago nel bosco. Memorie dell’infanzia” è l’opera che ti ha portato in finale nella X edizione per Premio COMEL e ti è valsa anche una menzione speciale della giuria. Come è nata l’idea dell’opera e quella di partecipare al Premio COMEL?

L’idea di partecipare al Premio COMEL è nata dal fatto che i fogli metallici che spesso uso nella pittura sono fatti di alluminio. Di seguito è nata anche l’idea dell’opera stessa. Il paesaggio boschivo è una delle mie tematiche preferite. Poi nel bosco invernale, che è ricco di linee e ritmi ma può diventare quasi monocromatico, ho pensato di inserire anche un lago in cui è riflessa la luce del cielo.

In questa opera i temi della memoria, del passato felice, del ricordo d’infanzia si fondono con la lucentezza dell’alluminio, quasi a simboleggiare la gioia che riaffiora pensando a certi episodi del passato. Quanto è importante per te il tema del ricordo? Che cosa significa per te immortalare in un quadro un momento del tuo passato?

Ho dipinto un paesaggio che mi ha circondato per tutta la mia vita in Lettonia. Dipingendo foreste, posso ritornare alle mie origini, ricordare di nuovo il tempo felice e spensierato dell’infanzia. Apprezzo molto la natura del Sud Italia dove vivo adesso: colori più accesi, acqua cristallina del mare, fiori e foglie verdi per tutto l’anno, ma sento costantemente anche la mancanza della mia terra.

Childhood tree, 2023

Nella tua pittura la natura ha un ruolo fondamentale. Affermi “Ho sempre creduto che non ci fosse più grande e al contempo semplice fonte di ispirazione della natura: ci si può trovare di tutto, basta solo saper cercare”. E tu cosa cerchi all’interno della Natura?

Io guardo e imparo. Nella natura non cerco solo ispirazione ma anche risposte alle domande. Per esempio, un tramonto al mare è bello da guardare, invece un bosco nordico in inverno è buio, umido, pieno di fango, e non dà tutto quell’entusiasmo estetico. Però, almeno per me, è più interessante dipingere un quadro di un bosco grigio. Cosi posso mostrare la bellezza che vedo io, o meglio nel modo in cui la vedo io.

La foresta magica, 2023

Sei di origine lettone e vivi in Italia, quanto questi due paesi e le loro culture hanno influenzato il tuo modo di fare Arte?

Non penso che il cambiamento di posto abbia influenzato tanto il mio modo di fare arte. Veramente non ho nemmeno la risposta a questa domanda, perché non so come sarebbe oggi la mia arte se fossi rimasta a vivere in Lettonia. Di sicuro l’Italia ha fatto aggiungere nuovi soggetti nei miei quadri. Un paio di anni fa ho ricominciato a dipingere en plain air. È un eccellente modo di lavorare e godersi la natura nello stesso momento.

Ultimamente ti sei cimentata con la scultura modellando deliziose statuine in argilla in cui sono evidenti i temi a te più cari e un certo folklore nordico. Come è nato il desiderio di sperimentare altri linguaggi oltre la pittura?

L’idea di creare sculture in argilla mi frullava per la testa da tanti anni. L’anno scorso avevo uno studio-galleria aperto al pubblico che era il posto adatto per realizzare i miei progetti scultorici. Avevo tante idee e la curiosità di cosa sarei riuscita a creare con l’argilla essendo io una pittrice. Mi sono divertita soprattutto a creare ritratti usando due tipi di argilla: bianca e rossa.

Ficofoglie invernali, 2024

Nelle tue opere, nell’uso del colore, nella scelta dei soggetti, si nota una serenità di fondo, dovuta forse alla pace che ti trasmettono i soggetti e i paesaggi che ritrai, o alla passione per la pittura stessa. Che cosa significa per te dipingere?

Sono una pittrice, quindi dipingere per me è un modo di vivere, uno stile di vita. Non è solo lavoro per un tot di ore al giorno, è un modo di pensare, vedere, capire le cose. A volte penso perfino che sto esagerando, perché ormai non riesco a guardare un paesaggio senza pensare a come lo dipingerei. Per fortuna ho tre bimbi che mi tirano giù dalle nuvole.

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