I FINALISTI DEL PREMIO COMEL 2022

Francesca Bruni

Erba (CO), ITALIA
www.francescabruni.it

I FINALISTI DEL PREMIO COMEL 2022

Francesca Bruni

Erba (CO), ITALIA
www.francescabruni.it
CENNI BIOGRAFICI

Nata a Erba (CO) nel 1970, vive e lavora a Milano. Diplomata in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano nel ‘93 con 110 e lode, è allieva di Pietro Plescan, Luigi Fersini. Frequenta lo studio Luigi Lomanto dal 1989 al 1997 e studia le tecniche dell’affresco presso lo studio del pittore Fosco Bertani. Nel 1994 inizia l’attività di pittura murale per privati, società e locali pubblici.
Nel 1997 entra a far parte del gruppo Artemisia (www.artemisia5.it) con cui espone regolarmente presso comuni, castelli, gallerie d’arte. Con Artemisia è partner culturale del Centro Studi Grande Milano. Nel 2012-13 tiene una rubrica mensile in una rivista di arredamento DE-AR sulle varie tecniche pittoriche e decorative murali. Dal 1999 insegna pittura ad olio, disegno e in associazioni private in Milano.

OPERA IN CONCORSO

RIFLESSIONI V EOLICA, 2010

PITTURA - Velature su collage di alluminio su legno
cm 80 x 60

Un’idea di movimento perpetuo e un accorato appello alla responsabilità etica verso il pianeta, nel quale gli elementi naturali si mescolano e sono esaltati dall’alluminio, è la personale visione di infinito che Francesca Bruni propone in Riflessioni V eolica: “L’opera rappresenta un parco eolico offshore realizzato sul mare. Con la forza del vento si trasforma e rinasce in energia pulita infinite volte, questo paesaggio è uno sguardo e una speranza che questo mondo non finisca mai”.

RICONOSCIMENTI

FINALISTA PREMIO COMEL 2022

INTERVISTA
di ilaria Ferri

Da subito ho capito che l’elemento scatenante per la mia creatività era la luce. I forti contrasti creano forme nuove interessanti, stimolanti e sempre diverse.

Con RIFLESSIONI V eolica ha partecipato alla IX edizione del Premio COMEL Infinito Alluminio. L’opera rappresenta un immaginario parco eolico in alto mare: un paesaggio fatto di cielo e mare che si fondono in mille riflessi e una lunga prospettiva che si perde all’orizzonte. L’opera è l’augurio che, per la salute del nostro pianeta e la vita dell’Uomo sulla Terra, l’utilizzo delle energie rinnovabili sia sempre più diffuso. Un tema più che mai attuale trattato con leggerezza e positività, che rende l’alluminio un vero e proprio elemento naturale che vibra di luce e speranza. Come è nata l’idea alla base di questa opera? Cosa l’ha spinta a iscriversi al Premio COMEL?

Nel 2010 ho fatto varie opere sull’energia (da quella del sole alla geotermica, a quella del mare) da sempre mi interessa questo tema di rendere più sostenibile e vivibile il nostro paese. Ho passato tanto tempo in Toscana, vicino a Larderello, il comune dove si trova la centrale geotermica più grande d’Europa, qui sono riusciti a canalizzare i soffioni boraciferi e usarli per scaldare il territorio. Tutti hanno sempre pensato che queste centrali deturpassero il territorio, io osservandoli ho sempre visto invece il loro lato positivo anche esteticamente interessante: i fumi bianchi con le loro forme uniche e trasparenti e i tubi mi sembravano dei serpenti, nell’eolico le pale mi sembravano dei fiori, e nei pannelli solari delle strade in prospettiva. Mi sono inscritta al Premio COMEL perché è da tanto tempo che uso l’alluminio come collage e questo concorso sembrava perfetto per me, oltre ai temi sempre molto stimolanti. Proprio quest’anno il tema si sposava benissimo con le mie tematiche sull’energia.

Riflessioni I - larderelllo collage di alluminio a velatura, tecnica mista, olio e smalti, 80X60 cm

La Professoressa Cristina Muccioli, critica d’arte e docente presso l’Accademia di Brera scrive di lei “Affresca muri alla maniera degli antichi, e tavole di plexiglass, superfici di alluminio, specchi e naturalmente tele. Usa olio, ma anche smalti e acrilici. Si impadronisce delle proprietà della trasparenza e dell’opacità, offre dello stesso colore più nuance a secondo della materia di cui è costituito”. Come nasce la sua curiosità verso i supporti? Come li sceglie? Ha una idea e utilizza un tipo di supporto in base ai risultati che vuole ottenere o è il supporto stesso a suggerirle sperimentazioni e tecniche?

Da sempre mi piace sperimentare e trovare il supporto più adatto. Anche all’inizio non usavo solo le tele ma anche le tavole di ocumè grezze o preparate da me, con gesso e colla, per ottenere un supporto ruvido per utilizzare la tecnica dello sfregazzo. Sono molto curiosa e quando vado a vedere le mostre d’arte adoro capire com’è l’opera che sto osservando, con che tecnica è stata eseguita e così imparo.

Scelgo il supporto in base al significato dell’opera, a volte ho usato fondi neri proprio per esporre cose negative come quando, sempre sul tema di energia e ambiente, ho dipinto una petroliera che affondava nell’acqua, oppure quando ho dipinto le foreste che bruciano con i loro piccoli animali impietriti dalla paura, o il gas tossico che emettono le auto ferme nel traffico. Quando uso l’alluminio invece il messaggio è sempre positivo. Scelgo anche il materiale in base all’idea che voglio trasmettere. Ho scelto il plexiglass trasparente per alcuni quadri proprio perché le forme continuano a cambiare l’opera. Essendo distante dalla parete, la luce produce un disegno sul muro sempre diverso e a secondo di come ci si muovi da sinistra a destra e della direzione della luce. Noi cambiamo continuamente, volevo trasmettere questo anche nelle mie opere. Allo stesso modo quando uso l’alluminio, a seconda che sia ruvido, lucido o opaco, e dalla direzione da cui lo si osserva, si leggono immagini diverse. La luce riflette in modo diverso su queste superfici perciò l’opera non è mai la stessa. A volte è il supporto stesso che mi suggerisce quale tecnica usare. Come nel caso dei murali: capitò di trovarmi a lavorare su un muro di cemento e l’opera sarebbe dovuta nel tempo, non potevo quindi usare la tecnica dell’ affresco. Mi sono documentata e alla fine ho sperimentato la tecnica dei silicati, simile all’affresco, ma reagendo chimicamente col supporto non crea la pellicola.

Controluce XX - olio su tavola, tecnica a sfregazzo 80X60 cm

Il suo percorso pittorico è ben saldo nell’arte figurativa, ma i corpi, i volti, i paesaggi e gli oggetti che dipinge non sono mai naturalistici, realistici. Lo storico e critico dell’arte Stefano Fugazza ha definito la sua pittura una rivisitazione moderna dell’espressionismo. Lei stessa afferma “rappresento la realtà non come la vedo ma come me la immagino”. L’Arte, dunque, per lei non è racconto di ciò che vede, ma uno strumento per esprimere le sue idee, il suo modo di osservare e fare sue le cose?

L’arte per me è uno strumento per esprimere le mie idee, prendo spunto dalla realtà che mi circonda ma poi la interpreto e ne do una mia versione.

Nella sua pittura la luce ha un’importanza particolare infatti afferma “L’interesse principale è la riflessione e rifrazione della luce naturale sulle superfici pittoriche a volte lisce e lucide e altre opache o increspate che creano mutazioni continue”. Fa un particolare uso del chiaroscuro, che rende le figure rappresentate estremamente espressive e vivide. Si ricorda quando ha capito che la luce poteva essere l’elemento scatenante della sua creatività e il motore del suo percorso artistico?

Da subito, quando ero all’Accademia e quando frequentavo lo studio del pittore Luigi Lomanto, ho capito che l’elemento ispiratore della mia creatività era la luce, i forti contrasti creano forme nuove interessanti, stimolanti e sempre diverse.

Controluce XXVI - olio su tavola, 60x60 cm

Lei si occupa anche di decorazione di interni, pitture murarie, trompe l’oeil e ritratti su commissione, oltre a tenere dei corsi di pittura a olio e disegno. Come cambia il modo di lavorare nei diversi ambiti in cui si trova a operare?

Nell’ambito dell’insegnamento non cambio molto, cerco di insegnare tutte le tecniche che conosco e far sperimentare il più possibile ai miei allievi, perché è nel fare che si sviluppa e cresce la creatività. Li stimolo a osservare il vero e cercare di trovare un proprio punto di vista originale, mentre per le decorazioni e i murali cerco di trovare sempre dei significati simbolici all’opera. A volte vendo la pura esecuzione, perché adoro dipingere, creare nuovi colori nuove forme, nuove sfide, mi adeguo pensando che il fare è sempre uno stimolo per migliorare la tecnica e sperimentare cose diverse. Anche se non sono le immagini che vorrei, soddisfo le idee dei committenti e la loro soddisfazione comunque mi gratifica.

Passaggi di luce XV - Autoritratto - 50x70 cm

Dal 1994 lei fa parte dell’Associazione Artemisia, un gruppo artistico tutto al femminile che propone l’idea di arte come confronto con l’altro: infatti le cinque artiste membri del gruppo affrontano uno stesso soggetto ognuna a suo modo, secondo il proprio modo di sentire e di esprimersi. Cosa significa per lei far parte di questo gruppo?

Far parte del gruppo Artemisia è uno stimolo alla creatività a cercare cose nuove, idee nuove, cercare di far sempre il meglio. Abbiamo una visione comune dell’arte, la consideriamo con serietà e professionalità, umiltà. Siamo uscite tutte dallo stesso atelier vogliamo trasmettere l’amore per l’arte e la diversità che ciascun essere umano possiede. Artemisia per me è l’Arte.