PREMIO COMEL VANNA MIGLIORIN 2014

PREMIO COMEL VANNA MIGLIORIN 2014

Proclamazione vincitori Premio COMEL 2014

Proclamazione vincitori Premio COMEL 2014

C’è fermento presso la galleria d’arte Spazio COMEL dove si sta svolgendo il Premio COMEL Vanna Migliorin 2014

Una terza edizione internazionale aperta con un bando europeo e che ha visto una ricca partecipazione di artisti e forme espressive. Unico motivo obbligato l’utilizzo dell’alluminio, come richiesto dal bando. Tredici le opere selezionate. Le votazioni sono in corso e mancano pochissimi giorni per conoscere l’artista più votato dalla giuria dei critici e l’opera più amata dai visitatori.

Nel primo caso, alla soddisfazione personale si aggiunge un premio in denaro, tuttavia anche l’approvazione del pubblico può rappresentare uno stimolo prezioso per chi si occupa di arte, se non altro per l’empatia che può scaturire ancora verso i messaggi artistici, apparentemente non proprio tra le priorità comuni.
Le opere si votano compilando un cartoncino precompilato sul quale si devono esprimere tre preferenze; si ricorda che l’ingresso è libero per tutti gli eventi dello Spazio, così come sono gratuite le esposizioni per gli artisti.

Le opere riescono a soddisfare gusti assai diversi: ci sono fili di alluminio tessuti con raffinatezza in Trama 13 di Marcella Belletti; scaturisce luce improvvisa e morbidezza dalle sculture in video di Giuseppina Bonsangue (accompagnate da una musica tanto delicata quanto efficace, a cura di Luciano Cilio, mentre il video è realizzato da Alessandro Barrella e Christian Taranto); misteriosa la contemporaneità venuta dal passato della figura pensante di Gianluca Caputi; le piccole foglie lucenti e dorate di Vincenzo Cianciullo e Giulia Magagnini diventano tappeto di un sottobosco onirico; l’alluminio si presta all’elegante spessore di una ‘sedia’ lucente, nell’opera di Umberto Corsucci, e vibra avvolgendosi nella fotografia di Mariagrazia Dardanelli; il piccolo uomo che vede lontano di Pino Deodato incute tenerezza e genera curiosità di infinito; l’opera di Emmequadro crea e fotografa una donna vestita di alluminio la cui luce si solidifica lì dove è rarefatta nel paesaggio; la Pupa di Andrea Ferrari gioca con i rituali di passaggio; mentre Irina Novarese sembra strappare il tessuto urbano delle mappe per farne percorsi interrotti e svincolanti; i Confini di Lucio Perna sono falsamente netti e perturbanti: Ursus and Odyssey di Michal Staszczak diviene una lotta imponente di piccoli pezzi assemblati; l’Omaggio a Magritte di Matteo Vignapiano è il consueto che assume forme dissacrate.