FINALISTA PREMIO COMEL 2017

Intervista a Sheila De Paoli

di Rosa Manauzzi

Appassionata da sempre di Oriente, ne segue i principi di equilibrio, ricerca interiore, visione ottimistica. Il dinamismo, il silenzio, lo spazio, il cambiamento, sono elementi a cui ispirarsi per creare arte. Il viaggio anche, metafora della vita e spinta creativa, ha coadiuvato un progetto di lungo corso in giro per il mondo. All’inizio pittrice, negli ultimi anni si è dedicata ai metalli e in particolare all’alluminio proprio per la proprietà di modellamento e piegatura. Il materiale si presta alla vocazione di abbracciare l’universo, di rifletterne la luce, di cercare un possibile posto nella natura incontaminata, pur mantenendo per questa un rispetto reverenziale e spirituale.

Sheila De Paoli e l’Oriente, come è scaturita la scintilla per un mondo così lontano e come ha trasformato la sua filosofia di vita e l’arte nel corso degli anni?

Ho conosciuto l’Oriente fin da piccola e sono cresciuta apprezzandone e coltivandone ogni aspetto, è parte di me, non ho fatto altro che radicare ed approfondire quella che credo sia una filosofia di vita straordinaria.

Dal punto di vista artistico, qual è il suo background formativo e quali sono stati gli artisti (del passato o contemporanei) che hanno lasciato traccia nel suo modo di operare?

Sono sempre stata creativa e ricordo di aver dipinto, costruito e fantasticato in un mondo tutto mio fin da piccola… Ho iniziato all’asilo dipingendo illustrazioni per un libro di favole per bambini, ho realizzato i disegni dei segni zodiacali del quotidiano La Notte e non ho più smesso perché creare è per me una necessità e non un lavoro.

Ho frequentato il liceo artistico e l’Università di Comunicazione e Relazioni Pubbliche. Non ho nessun artista che mi abbia contaminato, ma rimango catturata ed ammirata dagli artisti giapponesi del passato e del presente. Hanno il dono dell’essenzialità e mettono una cura ed un’attenzione nei particolari che ammiro molto.

Quadri di metallo al posto delle tele e il delicato lavoro con gli acidi sulla superficie per trasmutarli come un’iniziazione continua alla vita. Come nasce l’unione tra i materiali? Sembra l’incontro tra due forze energetiche.

Nasciamo senza scalfiture, come una superficie liscia, poi la vita ci plasma attraverso le nostre esperienze, si crea la nostra personalità ed il nostro vissuto. Gli acidi, o la mia lavorazione, trasformano la superficie liscia e perfetta di un materiale iniziale creando delle forme, dei disegni che sono pezzi unici come ognuno di noi.

Nel 2017, la sua opera Abbraccio/Hug, viene selezionata per il Premio COMEL. Si tratta di una scultura con base di legno, un punto luce e cialde profumate. C’è una commistione di significati e materiali che confluiscono nell’abbraccio simbolico e lucente dell’alluminio. Metallo, legno, luce, profumo, sollecitano diversi sensi. Ci vuole raccontare l’opera e in particolare la presenza del profumo?

L’opera aveva l’intenzione di sottolineare l’importanza di abbracciare ed essere abbracciati. È stata creata per me dall’azienda OIKOS Fragrances di Milano, una profumazione che ricorda i biscotti al limone perché i miei figli associano alla loro infanzia questo profumo. La luce indica l’importanza di essere illuminati da dentro con l’amore e la saggezza raggiunta con una pratica di preghiera assidua.

Delle sue opere si è detto che l’obiettivo principale è trasmettere serenità, equilibrio, felicità (cit. Armano Gambino, Art Interview). Quanto conta l’arte per un mondo più equilibrato e illuminato? Soprattutto, ci sarebbe bisogno di farla viaggiare per suscitare la curiosità della ricerca estetica….

Lo scopo del mio lavoro è far riflettere l’osservatore su temi per me importanti e migliorare la vita delle persone.
Le mie sculture di alluminio poggiano su una base in legno rotonda dinamica con rotelle ed un guinzaglio che ne permette il movimento.
Lo scopo è portare il messaggio in giro, condividerlo ed interagire…

Quadri di metallo al posto delle tele e il delicato lavoro con gli acidi sulla superficie per trasmutarli come un’iniziazione continua alla vita. Come nasce l’unione tra i materiali? Sembra l’incontro tra due forze energetiche.

Nasciamo senza scalfiture, come una superficie liscia, poi la vita ci plasma attraverso le nostre esperienze, si crea la nostra personalità ed il nostro vissuto. Gli acidi, o la mia lavorazione, trasformano la superficie liscia e perfetta di un materiale iniziale creando delle forme, dei disegni che sono pezzi unici come ognuno di noi.

Nel 2017, la sua opera Abbraccio/Hug, viene selezionata per il Premio COMEL. Si tratta di una scultura con base di legno, un punto luce e cialde profumate. C’è una commistione di significati e materiali che confluiscono nell’abbraccio simbolico e lucente dell’alluminio. Metallo, legno, luce, profumo, sollecitano diversi sensi. Ci vuole raccontare l’opera e in particolare la presenza del profumo?

L’opera aveva l’intenzione di sottolineare l’importanza di abbracciare ed essere abbracciati. È stata creata per me dall’azienda OIKOS Fragrances di Milano, una profumazione che ricorda i biscotti al limone perché i miei figli associano alla loro infanzia questo profumo. La luce indica l’importanza di essere illuminati da dentro con l’amore e la saggezza raggiunta con una pratica di preghiera assidua.

Delle sue opere si è detto che l’obiettivo principale è trasmettere serenità, equilibrio, felicità (cit. Armano Gambino, Art Interview). Quanto conta l’arte per un mondo più equilibrato e illuminato? Soprattutto, ci sarebbe bisogno di farla viaggiare per suscitare la curiosità della ricerca estetica….

Lo scopo del mio lavoro è far riflettere l’osservatore su temi per me importanti e migliorare la vita delle persone.
Le mie sculture di alluminio poggiano su una base in legno rotonda dinamica con rotelle ed un guinzaglio che ne permette il movimento.
Lo scopo è portare il messaggio in giro, condividerlo ed interagire…

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